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[edit] Verso la guerra

[edit] Antecedenti

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Leopoldo Galtieri, Presidente dell'Argentina durante la guerra delle Falkland

Galtieri, che era il leader del governo militare dell'Argentina al momento, mirava a controbilanciare la preoccupazione del popolo sule questioni economiche e dei diritti umani con una vittoria veloce sulle isole Falkland. L'Argentina fece pressione sull'ONU alzando sottili cenni di una possibile invasione, ma gli inglesi non se ne accorsero e non reagirono. Gli argentini interpretarono la mancata reazione inglese come un disinteresse per le Falkland, e immaginarono che gli inglesi non avrebbero reagito con forza ad un'invasione delle isole. Questo punto di vista venne incoraggiato dalla ritirata dell'ultima della Royal Navy nel 1981, che era stata inclusa in un generale ridimensionamento della flotta nei territori britannici, e l'Atto Della Nazionalità Britannica del 1981 che levò agli abitanti delle Falkland i diritti della piena cittadinanza.

Il capo della Marina Argentina, l'ammiraglio Jorge Anaya, decisamente anti-britannico, sviluppò il piano per invadere le Falkland. In seguito al fallimento della via diplomatica nel gennaio 1982, i piani di invasioni vennerò completati per l'aprile dello stesso anno. L'invasione della zona popolata delle isole Falkland venne precedeuta dall'invasione della Georgia del Sud, situata circa 1,390 kilometri ad est delle Falkland. L'invasione cominciò il 19 marzo 1982 da parte di un gruppo di civili argentini che finsero di essere commercianti di metalli da estrarre per stabilire un campo nella Georgia del Sud ed innalzarono la bandiera argentina. Al vascello HMS Endurance della Royal Navy venne inviato un dispaccio con l'ordine di rimuovere il campo il 25 marzo, ma gli venne impedito da tre navi da guerra argentine e venne costretto a ritirarsi. Ad ogni modo, nonostante fosse ulteriormente evidente che la Marina Argentina avesse cominciato ad accumulare truppe a Puerto Belgrano, il gruppo sudamericano del Comitato Congiunto d'Intelligence inglese riferì il 30 marzo che "l'invasione non era imminente".

[edit] Fallimento della diplomazia

Dopo che le relazioni diplomatiche formali furono interrotte tra il Regno Unito e l'Argentina, altre nazioni rappresentarono gli interessi di ciascuna nazione. Il Perù divenne il rappresentante dell'Argentina nel Regno Unito, mentre la Svizzera rappresentò il Regno Unito in Argentina. In questo modo, i diplomatici argentini a Londra vennero indicati come diplomatici peruviani di nazionalità argentina, mentre i diplomatici inglesi a Buenos Aires vennero indicati come diplomatici svizzeri di nazionalità inglese. L'allora segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, annuncià che i suoi sforzi in favore della pace erano risultati vani. Nonostante il Perù e la Svizzera fecero una grande pressione diplomatica per evitare la guerra, non furono capaci di impedire il conflitto, ed un piano di pace proposto dal presidente peruviano Fernando Belaunde Terry fu rigettato da entrambe le parti.

[edit] Invasione

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Il governo inglese avvisò Rex Masterman Hunt, l'allora Governatore delle Isole Falkland di una possibile invasione da parte dell'Argentina il 31 marzo. Hunt organizzò quindi una difesa e diede il comando militare al Maggiore Mike Norman che riusì a radunare una piccola forza di marines. Il luogotenente in carica per l'invasione Guillermo Sanchez-Sabarots, sbarcò con il suo squadrone di forze speciali a Mullet Creek. Proseguì attaccando le baracche di Moody Brook, il palazzo del governo, e Stanley fino alla resa del governo inglese delle Falkland il 4 aprile.

[edit] La vita sotto l'occupazione

L'Argentina cominciò a fare alcuni cambiamenti indesiderati alla cultura delle isole Falkland, nonostante avesse in principio assicurato che il modo di vita e l'identità culturale degli isolani sarebbe stata rispettata. L'Argentina cambiò il nome di Stanley in Puerto Argentino, rese lo spagnolo la lingua ufficiale delle isole e comandò che si guidasse sul lato destro della strada, dipingendo frecce sulle strade indicanti la direzione del traffico e cambiano la posizione dei segnali stradali. Nonostante le frecce, gli isolani continuarono a guidare sulla sinistra, dimostrando la propria determinazione a rimanere inglesi.

[edit] Task force

Gli inglesi furono veloci ad organizzare una pressione diplomatica contro l'Argentina ed a causa della grande distanza tra le Falkland ed il Regno Unito, gli inglesi si affidarono ad una task force navale, centrata sulle portaerei HMS Hermes e HMS Invincible comandate dall'ammiraglio John "Sandy" Woodward. Questa task force avrebbe dovuto essere autosufficiente e capace di proiettare la propria forza d'attacco lungo l'area litoranea delle isole. Un secondo componente fu la spedizione di assalto anfibio, comandata dal Commodoro M.C. Clapp RN. Contrariamente a ciò che si credeva, l'Ammiraglio Woodward non comandava la spedizione del Commodoro Clapp. Le forze imbarcate comprendevano tre brigate commando di di Royal Marines, (incluse alcune unità del Reggimento Paracadutisti) sotto il commando del brigadiere J. Thompson. Sia Clapp sia Woodward riferivano direttamente al Comandante della Flotta in Capo, l'Ammiraglio Sir John Fieldhouse, in Bretagna, che era soprattutto comandante dell'operazione. Per mantenere il naviglio neutrale al di fuori della zona durante la guerra, il Regno Unito dichiarò un'area di esclusione totale di un raggio di 200 miglia nautiche (370 km) intorno alle Falkland prima di dare inizio all'operazione.

Il Principe Andrew servì come pilota di elicottero nella portaerei HMS Invincible durante la guerra, nonostante non prese parte a nessuna azione di guerra diretta.

Gli inglesi chiamarono la contro-invasione Operation Corporate. Quando la task force lasciò la Gran Bretagna, il giornale americano Newsweek scrisse in copertina "The Empire Strikes Back! (L'impero colpisce ancora!)"

Nonostante l'opinione pubblica nel Regno Unito supportava il tentativo di riprendersi le isole, l'opinione internazionale era molto più divisa. Per alcuni, la Gran Bretagna, era una ex potenza coloniale, che cercava di reclamare una colonia da un potere locale, e questo era un messaggio che gli argentini inizialmente supportavano. Altri sostenevano la Gran Bretagna come una democrazia stabile che era stata invasa da una dittatura militare. La diplomazia inglese focalizzava sul fatto che gli isolani delle Falkland avevano il diritto di usare i diritti dei principi dell'ONU di autodeterminazione ed un apparente buona volontà verso il compromesso. Il segretario generale delle Nazioni Unite disse che stupito del compromesso che il Regno Unito aveva offerto. L'Argentina però lo rifiutò, basando i proprio argomenti sul diritto al territorio basato sulle azioni prima del 1945 e la creazione dell'ONU. Molti membri dell'ONU realizzarono he se pretese territoriali così vecchie potevano risorgere, e invasioni di terre essere permesse senza reagire, allora neanche i proprio confini sarebbero stati al sicuro. Così il 3 aprile il Consiglio di Sicurezza dell'ONU passò la Risoluzione 502, chiedendo il ritiro delle truppe argentine dalle isole e la cessazione delle ostilità. Il 10 aprile la Comunità Economica Europea approvò delle sanzioni economiche contro l'Argentina. Il presidente Ronald Reagan e l'amministrazione degli Stati Uniti non emise condanne diplomatiche, ma fornì supporto di intelligence ai militari inglesi.

[edit] Posizione diplomatica e coinvolgimento degli USA

Legalmente gli Stati Uniti avevano obblighi militari verso entrambe le parti in conflitto, legate al Regno Unito dal Patto NATO e all'Argentina dal Tratto Interamericano di Reciproca Assistenza (il "Patto di Rio"). In marzo il segretario di stato Alexander Haig mandò l'ambasciatore statunitense in Argentina a sconsigliare al governo argentino un'invasione. Il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan chiese a Galtieri di assicurargli che avrebbe evitato un'invasione e gli offrì il servizio del suo vice presidente George H. W. Bush, come mediatore, ma Galtieri rifiutò.

In fact, the Reagan Administration was sharply divided on the issue. Meeting on 5 April, Haig and Assistant Secretary of State for Political Affairs Lawrence Eagleburger favored decisive backing of Britain, concerned that equivocation would undermine the NATO alliance. Assistant Secretary of State for Inter-American Affairs Thomas Enders, however, feared that supporting Britain would undermine U.S. anti-communist efforts in Latin America. He received the firm backing of U.N. Ambassador Jeane Kirkpatrick, Haig's nominal subordinate and political rival.

The White House continued its neutrality; Reagan famously declared at the time that he could not understand why two allies were arguing over "That little ice-cold bunch of land down there". But he assented to Haig and Secretary of Defense Caspar Weinberger's position. Haig briefly (April 8April 30) headed a "shuttle diplomacy" mission between London and Buenos Aires, but at the end of the month Reagan blamed Argentina for the failure of the mediation, declared U.S. support for Britain, and announced the imposition of economic sanctions against Argentina.

In an infamous episode in June, Kirkpatrick cast a second veto of a UN Security Council resolution calling for an immediate cease-fire, then announced minutes later that she had received instructions to abstain. The situation was blamed on a delay in communications, but perceived by many as part of an ongoing power struggle between Haig and Kirkpatrick.

Galtieri likely did not think that the UK would react; otherwise, it is doubtful that Argentina would have launched the attack. Of course, this would have been astounding to British people at the time, already familiar with Margaret Thatcher's uncompromising style of government. She declared that the Crown and the Empire had been assaulted, and would not surrender the Falkland Islands to the Argentine jackboot. This stance was aided, at least domestically, by the staunchly loyalist British press, especially The Sun, which ran such headlines as 'GOTCHA' (following the sinking of the General Belgrano). The Daily Mirror, on the other hand, vehemently opposed the war, attacking their tabloid rival The Sun, and claiming it would "damage your mind".

A U.S. fear over the more dangerous Soviet Union and the spread of communism, along with the certainty that Britain could handle the matter on its own may have factored into this view as well, although assessments of this theory vary. In the context of the Cold War, with the performance of UK forces being watched closely by the Soviet Union, it was preferable for the UK to handle, without assistance, a conflict which was minor in scale compared to an all-out NATO vs. Warsaw Pact war. Regardless, American non-interference was vital to the U.S.-British relationship. Ascension Island, a UK possession, was on lease to the Americans, and the British needed to resume its use as a relay point and air base. The most decisive American contribution was AIM-9 Sidewinder missiles of the latest L model (these missiles were much more deadly than older models of the Sidewinder), spy satellites and intelligence information. Margaret Thatcher stated that "without the Harrier jets and their immense manoeuvrability, equipped as they were with the latest version of the Sidewinder missile, supplied to us by U.S. Defence Minister Caspar Weinberger, we could never have got back the Falklands."

There were also rumours, later expanded upon by Weinberger, which spoke of lending an aircraft carrier, although this was not public knowledge at the time. It is worth noting that both Weinberger and Reagan would go on to receive honorary knighthoods, the honour of Knight Commander of the Most Excellent Order of the British Empire, from Queen Elizabeth II. American critics of the U.S. role claimed that, by failing to side with Argentina, the U.S. violated its own Monroe Doctrine, ignoring the pre-Monroe Doctrine British settlement.

In September 2001, Mexican president Vicente Fox would cite the conflict as proof of the failure of the Inter-American Treaty of Reciprocal Assistance, even though Argentina in this case was the aggressor, while the treaty provides for mutual defense and not mutual offense.

[edit] Coinvolgimento francese

Il presidente francese François Mitterrand diede il suo pieno supporto al Regno Unito nella guerra delle Falkland. As a large part of Argentina's military equipment was French-made, French support was crucial. France provided aircraft identical to the ones it supplied to Argentina for British pilots to train against. France provided intelligence to help sabotage the Exocet missiles it sold to Argentina. In her memoirs Margaret Thatcher says of Mitterrand that "I never forgot the debt we owed him for his personal support...throughout the Falklands crisis". Sir John Nott, who was Secretary of State for Defence during the conflict later acknowledged: "In so many ways Mitterrand and the French were our greatest allies". [1]

In 2005, the British Guardian newspaper gave a different account of French cooperation, quoting Mitterrand - "I had a difference to settle with the Iron Lady. That Thatcher, what an impossible woman!". "With her four nuclear submarines in the south Atlantic, she's threatening to unleash an atomic weapon against Argentina if I don't provide her with the secret codes that will make the missiles we sold the Argentinians deaf and blind."

The effects of France's actions during the war have contributed to Argentina's shift toward American sources for combat aircraft and upgrades (e.g. the A-4AR Fightinghawk, a refurbished A-4 Skyhawk). The country's national aeronautical manufacturing company FMA (Fábrica Militar de Aviones) is now owned by Lockheed-Martin.

Since the end of the war, Latin America has consistently purchased more American and Russian aircraft than French. The last major French combat aircraft sale in Latin America was Mirage 2000s for Peru in the late 1980s.

[edit] Presidente

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Vlajka prezidenta Italské Republiky

Prezident Italské republiky je hlava italského státu a zastupuje národní unii. Jeho mandát trvá 7 let.

Úřadujícím prezidentem je Carlo Azeglio Ciampi, byl zvolen v 13. května 1999. Je v pořadí desátým prezidentem Italské republiky.

[EN] The President of the Italian Republic is the head of the Italian State and represents national unity. His mandate lasts 7 years.

The incumbent president is Carlo Azeglio Ciampi, elected 13th May 1999. He is the tenth president of the Italian Republic.

[edit] Sídlo

Oficiálním sídlem prezidenta republiky je Prezidentský palác (italsky Quirinale) v Římě.

[edit] Náležitosti pro zvolení

  • Italská státní příslušnost;
  • Minimální věk 50 let;
  • Mít občanská a politická práva.

[EN]

  • Italian citizenship
  • Age 50 years minimum
  • To enjoy civil and political rights

[edit] Minulí prezidenti republiky

Hlavní článek: Prezidenti Italské republiky

[edit] Volba nového prezidenta

Dvě komory Parlamentu zvolí prezidenta, volby se učastní tři zástupci každé italské oblasti (jeden z Valle d'Aosta).

Ve prvních třech kolech hlasování je potřeba 2/3 hlasů pro schválení, v následujících hlasováních je potřeba 50 % hlasujících. Parlament volí nového prezidenta při plenárním zasedání v Camera dei Deputati. Po volbě přísahá nový prezident před celým Parlamentem.

Presidentský mandát trvá 7 let, pokud prezident neabdikuje, kdy pak probíhá nová volba.

[EN]The two chambers of Parliament elect the president, to the election take part three representatives of every Italian region (only one representative of the region Valle d'Aosta)

In the first three votations it is needed the approvation of the 2/3 of the assembly, in the following votations it is needed the 50% of voters. The Parliament chooses the new president in a plenary session in the Camera dei Deputati (Chamber of Deputies). After the election the new president swears in front of the entire Parliament.

The presidential mandate lasts 7 years but he can resign and be elected again by the chambers of Parliament.

[edit] Pravomoce a povinnosti prezidenta

Prezident Italské republiky nemá ve státě faktickou moc, má pouze reprezentatvní funkce. Italská ústava uvádí všechny pravomoce a povinnosti italského prezidenta:

  • Jmenovat a přijímat diplomaty
  • Ratifikovat mezinárodní smlouvy
  • Konat oficiální zahraniční návštěvy
  • Vyhlašovat válku
  • Navrhovat pět emeritních senatórů
  • Svolávat parlamentní komory
  • Rozpouštět parlamentní komory
  • Vyhlašovat volby
  • Podepisovat zákony schválené parlamentem
  • Vracet zákony zpátky parlamentu, aby je upravil (pokud mu parlament vrátí zákon bez úprav, musí ho schválit)
  • Vyhlašovat referenda
  • Po volbách jmenovat prezidenta Rady Ministrů, nového premiéra státu, a s ním ministry nové vlády
  • Přijmout přísahu nové vlády
  • Přijmout demisi úřadující vlády
  • Předsedat Nejvyšší radě obrany
  • Být nejvyšším velitelem ozbrojených síl
  • Předsedat Nejvyšší radě úředníků
  • Dávat milost

Italská ústava řiká, že ministr nebo premiér musí podepsat každé prezidentské nařízení. To omezuje moci prezidenta republiky.

[EN] The President of the Italian Republic does not have decisional functions in the state, only has representative functions. The Italian Constitution lists all powers and responsabilities of the Italian president:

  • To receive diplomatic functionary
  • To ratify international treaties
  • To visit foreign countries officially
  • To declare war
  • To nominate five senators for life
  • To convoke the chambers of the Parliament
  • To break up the chambers of the Parliament
  • To hold new elections
  • To pass the laws emanated by the Parliament
  • To send the laws back to the Parliament, so that it modifies them (if the Parliament sends again the law without changes to the president, he must pass it)
  • To hold referenda
  • To nominate, after the elections, the president of the Council of Ministers, the new premier of the state, and, with him, the ministers of the new governement
  • To accept the new governement's oath
  • To accept the incumbent governement's resignation
  • To preside over the Supreme Council of the Defence
  • To be the supreme commander of the armed forces
  • To preside over the Superior Council of the Magistrature
  • To give mercy

The Italian Costitution says, that a minister or the premier must countersign every presidential act. This limits the powers of the president of the republic.

[edit] Prezidentský mandát

Prezidentský mandát trvá 7 let. V posledních šesti měsících (bílý semestr) svého mandátu nesmí prezident užívat své moci. Mandát může skončit také:

  • dobrovolnou demisí
  • smrtí
  • nemocí, přechodně
  • vážnou nemocí, trvale
  • sesazením

Předešlí prezidenti nosí titul Presidente Emerito della Repubblica (Emeritní prezident republiky) a stávají se Emeritními senátory.

Předseda senátu zastává funkce prezidenta, pokud není žádný zvolen.

[EN] The presidential mandate usually lasts 7 years. In the last six months (white semester) of his mandate the president cannot make use of his powers. The mandate can end also for:

  • voluntary resignation
  • death
  • illness, temporarily
  • serious illness, permanently
  • destitution

Former presidents take the title Presidente Emerito della Repubblica (Emeritus President of the Republic) and become Senator for life.

The President of the Senate works out president's functions during the absence of the head of the state.

[edit] Externí odkazy

Presidenza della Repubblica - oficiální stránka prezidenta Italské republikyPrezident Italské republiky

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